Sembra anacronistico che nel terzo millennio si parli ancora dei monovia, full range o bicono che dir si voglia.
Il perché non è solo legato alla imperante moda “vintage”, ai corsi ed ai ricorsi storici, ma trova la sua motivazione nella coerenza timbrica, nella riproduzione delle “voci” sia maschili, sia femminili molto realistica e nel “sound stage” di questi altoparlanti.
Il diffusore monovia – come spesso capita nel variegato mono dell’HI-FI” – ha estimatori e detrattori, esistono tesi pro e contro, alcune corrette altre preconcette, a mio avviso occorre ascoltare e capire i pro ed i contro.
I soloni sui forum prediligono i sistemi HI- END multivia, con una miriade di altoparlanti, magari in configurazione “array” dove ci sono cancellazioni, l’emissione è cilindrica e non sferica, i circuiti di cross over attivi o passivi creano rotazioni di fase e incongruenze timbriche. In questi sistemi la scena è spesso irreale, ridondante e confusa….
Per i soloni un impianto da 100000 o 200000euro è HI-END a prescindere!
Possono altoparlantini da 4” a 8” competere con 50 altoparlanti in serie parallelo posizionati su monoliti alti 2 metri!?
La risposta è si ed alla grande! se vogliamo essere nell’ortodossia quindi “duri e puri” in una registrazione “ideale”, si deve avere l’ambienza ed una scena sonora che sia coerente e il più possibile aderente a quella reale.
Per ottenere questo i suoni dovrebbero essere ripresi con un solo microfono stereofonico posizionato al posto dell’ipotetico ascoltatore.
Com’è noto, in un microfono le membrane si muovono grazie alle onde sonore (onde di pressione), lentamente per le onde a bassa frequenza, velocemente per quelle ad alta frequenza.
Se la membrana di un microfono capta contemporaneamente due onde a frequenza differente, il movimento di una “modulerà” il movimento dell’altra.
In un diffusore a più vie, questa coerenza si perde, perché i vari altoparlanti si muoveranno in modo indipendente ed a distanze diverse, mentre un altoparlante monovia si muoverà esattamente nello stesso modo della membrana del microfono di origine……
Un altro pregio dei diffusori a gamma intera è che mancano di crossover, si eliminano così tutti i problemi connessi rotazione di fase ed alla conseguente perdita di informazioni, alla creazioni di sovrapposizioni o buchi nel punto di taglio.
Inoltre, la presenza di due o più altoparlanti ci da quella sensazione di “incoerenza” dovuta alla divisione della banda audio che viene spalmata su una superfice più o meno ampia dove la distanza tra i centri d’emissione dei vari altoparlanti gioca un ruolo fondamentale.
L’ostacolo più grande in questo discorso “teorico” è quello di realizzare un altoparlante che copra lo spettro audio in modo lineare e che non sia troppo direttivo, soprattutto alle alte frequenze.
Alcuni costruttori FOSTEX, TANG BAND, SUPRAVOX, VOXATIVE, LOWTHER e per noi la CIARE, la SICA, la B&C, la RCF ecc… realizzano da anni componenti con una risposta in frequenza molto ampia che supera abbondantemente i 20Khz con una buona tenuta in potenza in relazione alle dimensioni che raramente superano gli 8”.
I cestelli di questi altoparlanti realizzati per impieghi hi-fi – non professionale – sono di elevata qualità e studiati per non influenzare negativamente la risposta del componente, i motori spesso ventilati si avvalgono di soluzioni estreme come la tecnologia underhung e magneti in neodimio o in alnico.
Con queste tecnologie i componenti possono dissipare potenze vicine ai 50/100W (anche se spesso bastano pochi watt).
I coni sono in carta, in fibra di bambù, in titanio, in magnesio, la sospensione con sospensione è in carta, santoprene, gomma o foam.
Insomma, ce ne è per tutti i gusti ed anche per tutte le tasche!
La configurazione di carico è spesso particolare: si parte dal classico reflex, per passare ai TQWP/ TQWT (Tapered Quarter Wave Pipe o, talvolta, Tube – di qui l’altra sigla TQWT, cioè condotto rastremato a quarto d’onda) con o senza Reflex frontale, ai labirinti acustici ed ai caricamenti a tromba posteriore o frontale che garantiscono efficienze da sballo.
Grazie a questo tipo di caricamenti si riesce a coprire egregiamente l’intera gamma audio in volumi ridotti e con prestazioni degne di rilievo: partiamo da 88/89 dB 1W/1m nei carichi convenzionali per superare abbondantemente i 100db 1W/1m con le trombe.
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